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Per la prima volta un sito Internet viene posto sotto sequestro

Con provvedimento del 22.11.2001, il Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Bologna ha proceduto, per la prima volta, al sequestro di un sito Internet con le modalità solitamente seguite per il sequestro di beni immobili. Il contenuto innovativo del provvedimento consiste nell’aver disposto la sostituzione della home page del sito incriminato, con il sigillo della Repubblica Italiana e l’avviso della decisione dell’Autorità Giudiziaria. In casi precedenti l’Autorità Giudiziaria si era limitata a disporre il sequestro del sito mediante il suo oscuramento, ovvero, attraverso il prelievo materiale degli elaboratori e terminali utilizzati per la manifestazione della condotta illecita dei responsabili del sito Internet. La maggiore forza affittiva del provvedimento adottato dal GIP del Tribunale di Bologna è evidente e si manifesta ogniqualvolta il singolo utente tenti di accedere al sito oggetto di sequestro, venendo a conoscenza delle ragioni che hanno indotto l’Autorità Giudiziaria ad apporre il sigillo.

Nel caso di specie, una società era stata condannata dal Tribunale, in sede civile, per aver adottato una condotta anticoncorrenziale nei confronti di altra società titolare di un brevetto. In sede civile, il Giudice aveva vietato alla prima di produrre e pubblicizzare il prodotto brevettato dalla seconda, riconoscendo a quest’ultima il diritto esclusivo di sfruttamento economico dell’opera dell’ingegno. Il comportamento inadempiente della società destinataria del divieto ha indotto il GIP, in sede penale, su richiesta del Pubblico Ministero e della società titolare del brevetto, a disporre il sequestro del sito Internet attraverso il quale, illecitamente, la società già condannata in sede civile continuava a pubblicizzare il prodotto in questione, aggravando il danno a carico della società concorrente. Al fine di operare il sequestro materiale del sito, la Polizia Giudiziaria, recandosi presso il provider che ospitava il sito, ha provveduto ad estrarre copia delle pagine pubblicate per depositarle nella cancelleria del Giudice ed a sostituirle con un’unica pagina recante il sigillo della Repubblica Italiana, nonché l’avviso, per gli utenti, del sequestro del sito da parte dell’Autorità Giudiziaria.